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5 - Niki de Saint Phalle and Fernand Léger Transforming the city and the world

Léger & the Nouveaux Réalismes

Niki de Saint Phalle and Fernand Léger
Transforming the city and the world

"I have the idea of a tall polychrome sculpture [...] children could slide past, run through it, or spit on it on the sly... Not a monument to be looked at, but a useful and spectacular object in life!" 
Fernand Léger (1955) 

Niki de Saint Phalle and Fernand Léger asserted the popular and accessible nature of their work. This is reflected in their choice of figurative, polychrome and round forms. This social and political commitment found expression in their desire to place monumental, playful works in public spaces. They imagine practicable sculptures for our inner children. They experiment with ceramics and mosaics. Patterns from the plant and animal world developed in interaction with the landscape and the environment; fantastic beings appeared: a "Fleur qui marche" [Walking Flower] (1952-1953) for "Léger and a Golem" (1972) for Saint Phalle. The wonder they sought to inspire showed their faith in the future and in new generations. 


From the mid-1960s, the Franco-American pioneer began to take over public spaces and finance her own projects, such as the Tarot Garden in Tuscany. While the modernist painter did several commissions as part of post-war reconstruction, his heart was set on working on a city-wide scale. Both imagine utopian projects with the idea of acting on the world by proposing a real “cure” through shapes and colours.

 Niki de Saint Phalle e Fernand Léger
Trasformare la città e il mondo

"Ho l'idea di un'alta scultura policroma [...] i bambini potrebbero passarci davanti, correrci attraverso o sputarci sopra di nascosto... Non un monumento da guardare, ma un oggetto utile e spettacolare nella vita!"
Fernand Léger (1955) 

Niki de Saint Phalle e Fernand Léger hanno affermato la natura popolare e accessibile del loro opere. Ciò si riflette nella scelta di forme figurative, policrome e rotonde. Questo impegno sociale e politico trova espressione nel loro desiderio di mettere opere monumentali e giocose negli spazi pubblici. Immaginano sculture praticabili per i nostri bambini interiori. Sperimentano la ceramica e il mosaico. I motivi del mondo vegetale e animale si sviluppano in interazione con il paesaggio e l'ambiente; compaiono esseri fantastici: un "Fleur qui marche" [Fiore che cammina] (1952-1953) per Léger e un "Golem" (1972) per Saint Phalle. La meraviglia che cercavano di suscitare dimostrava la loro fiducia nel futuro e nelle nuove generazioni. 


Dalla metà degli anni Sessanta, la pioniera franco-americana occupa spazi pubblici e finanza i suoi progetti, come il Giardino dei Tarocchi in Toscana. Mentre il pittore modernista ha svolto diverse commissioni nell'ambito della ricostruzione postbellica, il suo cuore era rivolto al lavoro su scala cittadina. Entrambi immaginano progetti utopici con l'idea di agire sul mondo proponendo una vera e propria "cura" attraverso forme e colori.